L’utilizzo di farine sempre più raffinate, gli stravolgimenti delle abitudini alimentari e mille altre concause ambientali e fisiche, hanno comportato l’aumento, nei soggetti geneticamente predisposti, alla diffusione della celiachia anche in Italia.
Secondo i dati pubblicati dal Ministero, negli ultimi sei anni sono state registrate 57.899 nuove diagnosi, con una media di circa 10 mila all’anno. Nel 2017 sono state per la precisione 8.134, circa la metà dell’anno precedente. Un risultato da collegare all’entrata in vigore del nuovo protocollo diagnostico due anni fa, che ha portato ad un incremento delle diagnosi più moderato.
Per questo l’Associazione Italiana Celiachia è costantemente impegnata nella ricerca di mezzi, strumenti e sistemi che rendano la vita più semplice per chi è affetto da questa patologia e che eliminino ogni più piccola penalizzazione per le persone, nella vita privata, nel lavoro e in ogni altro contesto sociale. Perché il celiaco possa, finalmente, una volta accomodatosi a tavola, in un qualunque contesto sociale, non sentirsi più un diverso ma, al contrario, parte integrante di una comunità attenta alle sue esigenze.
E’ stato principalmente per questo motivo che l’Associazione Provinciale Cuochi Messina, ha scelto di offrire ai suoi associati un nuovo importante momento di formazione, approfittando della presentazione dell’ultimo progetto dell’AIC Sicilia “La Celiachia nella Ristorazione”. Il corso tenutosi nei locali della Fondazione ITS Albatros di Messina e organizzato in collaborazione con NonsoloCibus, ha visto coinvolti chef e docenti in un duplice momento: in aula prima con Annalisa Cotugno, Dominga Magrì, Paolo Baronello (responsabile AFC) e Sonia Interdonato (referente Messina), ai fornelli poi con lo chef Giuseppe Micalizzi che ha realizzato diverse tipologie di pane (pan carrè senza glutine né lattosio, pane misto con farina di carrube, al curry, etc), bignè, pasta fresca ripiena, pan di spagna e craquelin e un delizioso dolce della tradizione messinese: il bianco e nero.
“Questi momenti – ha dichiarato la presidente APCM, Rosaria Fiorentino – sono fondamentali per la crescita professionale di noi cuochi, non dobbiamo mai dimenticare, infatti, che chi siede alle nostre tavole, lo fa in cerca di una soddisfazione che vada ben oltre il semplice gesto del nutrirsi, lo fa cercando una gratificazione, questo noi dobbiamo essere in grado di offrire a ciascuno dei nostri clienti nel rispetto dei gusti e delle particolari esigenze di ciascuno”.
Flavia Buscema