Nell’era del tutto subito, pensare a seguire i ritmi della Natura, seguirne la stagionalità, sono concetti che sebbene si ripetano con la costanza quasi ossessiva di una formula magica, sembrano, a dire poco, astratti nella vita di ogni giorno.
Eppure i dati Eurispes pubblicati nei primi mesi del 2019, mostrano una realtà che smentisce lo scetticismo iniziale. L’alimentazione plant-based, ad esempio risulta essere consolidata nel nostro paese. Nel complesso, il numero di vegetariani e vegani risulta essere a quota 7,3% (+0,2% rispetto al 2018, -0,3% rispetto al 2017, -0,7% rispetto al 2016, +1,4% rispetto al 2015, +0,2% rispetto al 2014). A trainare il cambiamento è prevalentemente la popolazione femminile: il 5,8% è vegetariano contro il 5% degli uomini, il 2,8% è vegano contro l’1,1% degli uomini.
Rinnovata consapevolezza ambientale o modaiola filosofia di vita? Secondo gli intervistati, in ogni caso, a trarre vantaggio da questo tipo di scelte alimentari è senza dubbio la salute.
Affermazioni che hanno trovato conferma lo scorso 29 Giugno nei locali della Fondazione ITS Albatros durante il corso ECM “Alimentazione Plant-Based: Aggiornamenti in nutrizione” – promosso dall’associazione culturale “Conoscenza Medica”, responsabili scientifici: dott. Gianluca Rizzo, dott.ssa Mattia Papa.
L’evento, che ha avuto il patrocinio di SSNV (Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana), SINU (Società Italiana di Nutrizione Umana), AMIFit (Associazione Italiana di Medicina Integrata e Fitoterapia), Istituto Tecnico Superiore Albatros, NonsoloCibus (Associazione di Promozione e Valorizzazione delle Produzioni Tipiche Territoriali) e la collaborazione dell’Associazione Provinciale Cuochi Messina, è servito a fare chiarezza in primis sui termini.
Spesso si tende a confondere il “Vegano” con la persona che segue un regime “plant based”, in realtà mentre il primo ne fa uno stile di vita, rifiutando per motivi ideologici qualunque elemento che “abbia respirato e il cui cuore abbia battuto”, quindi anche pelle, pelliccia, lana e seta cosmetici o farmaci testati su animali o anche prodotti come il miele e la cera d’api, ma ingurgitano tranquillamente cibo elaborato come merendine e patatine fritte, il secondo potrebbe indossare una pelliccia ma per nessun motivo accettar di bere la famosa bibita gassata americana a base di Cola.
Il corso, dalle interessanti tematiche, è stato suddiviso in tre sezioni, al termine della seconda, in particolare, si è svolto il pranzo a buffet organizzato dall’azienda Biolis di Messina, con l’inserimento di due piatti preparati per APCM da Katia Zanghì e Lillo Freni.
Una deliziosa insalata di riso Venere nero integrale con ortaggi e frutta, per la prima e un biancomangiare alle mandorle con crumble di mandorle al cioccolato e cannella, quello messo a punto dal maestro pasticcere.
Un’occasione, insomma, che è servita anche ai nostri cuochi messinesi, per approfondire le propri conoscenze in campo “vegetale” e per sfidare stessi con preparazioni che siano non solo buon ed accattivanti da vedere ma soprattutto buone da mangiare.
Flavia Buscema
Official press officer APCM
Photocredit: Fondazione Albatros